Passione

Aforismi

Marcel Proust

A forza di credersi malato, lo si diventa.
A partire da una certa età, i nostri amori, le nostre amanti, sono figli della nostra angoscia.
A partire da una certa età, per amor proprio e per furberia, le cose che desideriamo di più sono quelle a cui fingiamo di non tenere.
A poco a poco, caso per caso, è la vita a consentirci di osservare che quel che è più importante per il nostro cuore, o per la nostra mente, non ci viene insegnato dal ragionamento, ma da forze diverse.
A volte il futuro abita in noi senza che lo sappiamo, e le nostre parole che credono di mentire disegnano una realtà prossima.
A volte per i morti si fanno cose che non si sarebbero fatte per i vivi.
Accade così per tutti i grandi scrittori: la bellezza delle loro frasi è imprevedibile come la bellezza di una donna che ancora non conosciamo.
Ah, nei primi tempo di un amore, i baci nascono così naturalmente! Pullulano senza conoscer tregua, e sarebbe più difficile contare i baci che ci si è scambiati in un’ora che i fiori in un campo al mese di maggio.
Alla fine non c'è che il sadismo a dare un fondamento nella vita all'estetica del melodramma.
Bisognava cercare di interpretare le sensazioni come segni di altrettante leggi e idee, tentando di far uscire dalla penombra quel che avevo sentito, di convertirlo in un equivalente intellettuale.
C'è cosa dotata di un potere di esasperare che una persona non raggiungerà mai: un pianoforte.
Certe qualità aiutano a sopportare i difetti del prossimo e un uomo di grande ingegno presterà di solito meno attenzione alla stupidità altrui di quanta ne presterebbe uno sciocco.
Certi ricordi sono come amici di vecchia data, sanno fare pace.
Cessando di essere pazzo, diventò stupido.
Che il denaro non abbia colore è falso. Un modo nuovo di guadagnarlo restituisce un'aria di nuovo alle monete a cui l'uso ha tolto il lustro.
Ci sono casi, casi patologici per così dire di depressione spirituale, in cui la lettura può diventare una specie di disciplina terapeutica ed essere demandata e ripetutamente sollecitata a reintrodurre perpetuamente una coscienza pigra nella sua vita spirituale. In questi casi i libri assumono un ruolo analogo a quello degli psicoterapeuti con certi nevrotici.
Ci sono mali dei quali non bisogna cercar di guarire, perché sono i soli a proteggerci contro altri più gravi.
Ci sono solo due tipi di persone: i magnanimi e le altre.
Ciascuno chiama idee chiare quelle che hanno lo stesso grado di confusione delle sue.
Ciascuno è l'uomo della propria idea; ci sono molte meno idee che uomini, sicché tutti gli uomini della stessa idea si somigliano.
Come quelli che si mettono in viaggio per vedere con i loro occhi una città desiderata e immaginano si possa godere, in una realtà, le delizie della fantasia.
Come un uomo intelligente non ha paura di sembrare stupido a un altro uomo intelligente, così non da un gran signore, ma da un cafone l'uomo elegante teme di vedere misconosciuta la sua eleganza.
Con le donne che non ci amano, come con i "dispersi", sapere che non si ha più nulla da sperare non impedisce di continuare ad attendere.
Credere alla medicina sarebbe la suprema follia se non crederci ne costituisse una più grande, giacché da questo accumulo d'errori, alla lunga, sono venute fuori alcune verità.
Credere che l'amicizia esista è come credere che i mobili abbiano un'anima.
Dal momento in cui la gelosia è scoperta, essa è considerata da chi ne è oggetto come una diffidenza che legittima l'inganno.
Desideriamo essere capiti, perché desideriamo essere amati, e desideriamo essere amati perché amiamo. La comprensione degli altri è indifferente, e il loro amore è importuno.
Detestate la cattiva musica, non disprezzatela. Dal momento che la si suona e la si canta ben di più, e ben più appassionatamente, di quella buona, ben di più di quella buona si è riempita a poco a poco del sogno e delle lacrime degli uomini. Consideratela per questo degna di venerazione. Il suo posto, nullo nella storia dell’arte, è immenso nella storia sentimentale della società.
Di solito si detesta chi ci assomiglia, e i nostri stessi difetti visti dal di fuori ci esasperano.
Di tutti i modi in cui nasce l’amore, di tutti gli agenti di disseminazione del sacro male, quel grande soffio di angoscia che a volte passa su di noi, certamente è uno dei più efficaci.
Difficilmente la felicità serve ad altri scopi che non quello di rendere possibile l'infelicità.
Disperare è il più grande dei nostri errori.
Dobbiamo essere grati alle persone che ci rendono felici. Sono i premurosi giardinieri che fanno fiorire la nostra anima.
Dopo una certa età, per amor proprio e per sagacia, sono le cose che più si desiderano quelle cui fingiamo di non tenere.
Forse l'immobilità delle cose intorno a noi è loro imposta dalla nostra certezza che sono esse e non altre, dall'immobilità del nostro pensiero nei loro confronti.
Forse non ci sono giorni della nostra adolescenza vissuti con altrettanta pienezza di quelli che abbiamo creduto di trascorrere senza averli vissuti, quelli passati in compagnia del libro prediletto.
Fra tutte le cose che l'amore esige per nascere, quella a cui tiene di più, e che gli fa trascurare tutto il resto, è la nostra convinzione che una persona partecipi a una vita sconosciuta in cui il suo amore ci farà penetrare.
Gli interessi della nostra vita sono così molteplici, che non di rado, in una stessa circostanza, le basi di una felicità che ancora non esiste sono piantati accanto all'aggravarsi di un dispiacere di cui stiamo soffrendo.
Gli omosessuali sarebbero i migliori mariti del mondo, se non recitassero la commedia di essere donnaioli.
Guariamo dalla sofferenza solo provandola appieno.
Ho orrore dei tramonti di sole, è romantico, fa tanto opera.
Ho sempre onorato quelli che difendono la grammatica o la logica. Ci si rende conto, cinquant'anni dopo, che hanno scongiurato grandi pericoli.
I dispiaceri sono servitori oscuri, detestati, contro cui si lotta, sotto il cui dominio si cade ogni giorno di più, servitori atroci, insostituibili, e che, per vie sotterranee, ci conducono alla verità e alla morte.
I giorni sono forse uguali per un orologio, ma non per un uomo.
I nostri nemici muoiono quando la loro morte non ci reca né vantaggio né piacere.
I ricordi che abbiamo gli uni degli altri, anche nell'amore, non coincidono mai.
I sogni, beninteso, non sono realizzabili, lo sappiamo; non ne faremmo forse senza il desiderio, e invece è utile farne per vederli fallire e perché il loro fallimento ci serva d'insegnamento.
I tre quarti delle malattie delle persone intelligenti provengono dalla loro intelligenza.
I veri libri devono essere figli non della luce e delle chiacchere ma dell'oscurità e del silenzio.
I veri paradisi sono i paradisi perduti.
Ignorare certi libri, certe peculiarità della scienza letteraria, resterà sempre, quand'anche si tratti di un uomo di genio, un segno di rozzezza intellettuale.
Il desiderio fa fiorire ogni cosa; il possesso rende tutto logoro e sbiadito.
Il desiderio, muovendo sempre verso ciò che ci è più contrario, ci costringe ad amare quel che ci farà soffrire.
Il fascino di una donna è in genere direttamente proporzionale al suo passaggio.
Il genio artistico agisce come quelle temperature estremamente elevate che hanno il potere di dissociare le combinazioni di atomi e di raggrupparli in un ordine assolutamente contrario, rispondente a tutt’altro tipo.
Il libro essenziale, il solo libro vero, un grande scrittore non deve, nel senso corrente, inventarlo, poiché esiste già in ciascuno di noi, ma tradurlo. Il dovere e il compito di uno scrittore sono quelli di un traduttore.
Il mondo non è stato creato una volta, ma tutte le volte che è sopravvenuto un artista originale.
Il rispetto, non dico l’amore, per la cattiva musica non è soltanto una forma di quel che si potrebbe chiamare la carità del buon gusto o il suo scetticismo, è anche la coscienza del ruolo sociale della musica. Quante melodie, di nessun pregio agli occhi di un artista, fan parte della schiera dei confidenti scelti dai giovanotti sentimentali e dalle innamorate!
Il solo vero viaggio, il solo bagno di Giovinezza, non sarebbe quello di andare verso nuovi paesaggi, ma di avere occhi diversi.
Il tempo di cui disponiamo ogni giorno è elastico; le passioni che proviamo lo dilatano, quelle che ispiriamo lo restringono, e l'abitudine lo riempie.
Il tempo, che cambia le persone, non altera l'immagine che abbiamo di esse.
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi.
In amore non può esserci tranquillità, perché il vantaggio conquistato non è che un nuovo punto di partenza per nuovi desideri.
In amore è più facile rinunciare a un sentimento che perdere un'abitudine.
L'abitudine è una seconda natura che ci impedisce di conoscere la prima di cui non ha né le crudezze né gli incanti.
L'abitudine è, fra tutte le piante umane, quella che ha meno bisogno di un suolo nutritivo per vivere e la prima a spuntare sulla roccia apparentemente più desolata.
L'abitudine! Ordinatrice abile ma assai lenta, che comincia col lasciar soffrire il nostro spirito per settimane in un’installazione provvisoria, ma che, nonostante tutto, esso è ben fortunato d’incontrare, giacché senza l’abitudine e limitato ai suoi soli mezzi sarebbe impotente a renderci abitabile una stanza.
L'amore, sono lo spazio e il tempo resi sensibili al cuore.
L'essenza della musica è di svegliare in noi quel fondo misterioso della nostra anima.
L'estate non si caratterizza meno per le sue mosche e zanzare che per le sue rose e le sue notti stellate.
L'idea che si morirà è più crudele del morire, ma meno dell'idea che un altro sia morto.
L'infinito dell'amore, o il suo egoismo, fa sì che gli esseri che amiamo siano quelli la cui fisionomia intellettuale e morale sia per noi la meno oggettivamente definita.
L'innamorato geloso sopporta meglio la malattia della sua amante che la sua libertà.
L'irresponsabilità aggrava le colpe e persino i crimini, checché se ne dica.
L'istinto detta il dovere e l'intelligenza fornisce i pretesti per eluderlo.
L'universo è vero per tutti noi e dissimile per ciascuno.
La costanza di un'abitudine è di solito proporzionale alla sua assurdità.
La felicità è benefica al corpo, ma è il dolore quello che sviluppa le facoltà dello spirito.
La felicità è un prolungamento, una moltiplicazione di noi stessi.
La fotografia acquista un po' della dignità che le manca quando cessa di essere una riproduzione della realtà e ci mostra cose che non esistono più.
La gelosia è sovente solo un inquieto bisogno di tirannide applicato alle cose dell'amore.
La gente vede tutto attraverso il proprio giornale, né potrebbe fare altrimenti dal momento che non conosce direttamente né gli uomini né i fatti di cui parla.
La lettura ci insegna ad accrescere il valore della vita, valore che non abbiamo saputo apprezzare e della cui grandezza solo grazie al libro ci rendiamo conto.
La lettura è la soglia della vita spirituale, può introdurci in essa ma non costituirla.
La lode più alta a Dio è nella negazione dell'ateo che ritiene la creazione tanto perfetta da poter fare a meno di un creatore.
La malattia è il medico più ascoltato: alla bontà, alla scienza si fanno solo promesse; alla sofferenza si obbedisce.
La medicina è un compendio degli errori successivi e contraddittori dei medici.
La mia sola consolazione, quando salivo per coricarmi, era che la mamma venisse a darmi un bacio non appena fossi stato a letto.
La nobiltà o il denaro sono soltanto lo zero che moltiplica il valore.
La noia è uno dei mali meno gravi che abbiamo da sopportare.
La nostra personalità sociale è una creazione del pensiero altrui.
La realtà non si forma che nella memoria.
La realtà è il più abile dei nemici. Lancia i suoi attacchi contro quel punto del nostro cuore dove non ce li aspettavamo e dove non avevamo preparato difese.
La saggezza della gente non innamorata a cui pare che un uomo di spirito dovrebbe essere infelice solo per una persona che lo meriti; pressappoco è come stupirsi che uno si degni di ammalarsi di colera a causa di un essere così piccolo come il bacillo.
La saggezza non si riceve, bisogna scoprirla da sé dopo un percorso che nessuno può fare per noi, né può risparmiarci, perché è un modo di vedere le cose.
La saggezza è un punto di vista sulle cose.
La sofferenza è una specie di bisogno dell'organismo di prendere coscienza di uno stato nuovo.
La speranza del conforto dà coraggio nella sofferenza.
La vera arte non ha bisogno di proclami e si compie in silenzio.
La verità e la vita sono assai ardue.
La verità sulle intenzioni di un uomo non si apprende chiedendogliela.
La vita vera, la vita finalmente scoperta e tratta alla luce, la sola vita quindi realmente vissuta, è la letteratura.
Lasciamo le belle donne agli uomini senza fantasia.
Le canzoni, anche quelle brutte, servono a conservare la memoria del passato, più della musica colta, per quanto sia bella.
Le donne sono gli strumenti intercambiabili di un piacere sempre identico.
Le opere, come nei pozzi artesiani, salgono tanto più alte quanto più a fondo la sofferenza ha scavato il cuore.
Le passioni politiche sono come le altre, non durano.
Le prime apparizioni che fa nella nostra esistenza un essere destinato a incontrare più tardi il nostro favore assumono retrospettivamente ai nostri occhi un valore di avvertimento, di presagio.
Le stranezze delle persone simpatiche riescono esasperanti, ma non c'è persona simpatica che non sia per qualche verso strana.
Le teorie e le scuole, come i microbi e i globuli, si divorano tra loro e assicurano, con la loro lotta, la continuità della vita.
Le verità che l'intelligenza coglie direttamente e alla luce del sole hanno qualcosa di meno profondo, di meno necessario di quelle che la vita ci ha comunicato nostro malgrado in un'impressione.
Lo snobismo è una malattia grave dell'anima, ma localizzata e che non la gusta tutta.
Malgrado tutto, i letterati rimangono persone di qualità intellettuale, e ignorare certi libri, certe peculiarità della scienza letteraria, resterà sempre, quand'anche si tratti di un uomo di genio, un segno di rozzezza intellettuale.
Mi chiedevo se la musica non fosse l'esempio unico di ciò che sarebbe potuta essere se non ci fosse stata l'invenzione del linguaggio, la formazione delle parole, l'analisi delle idee la comunicazione delle anime. Essa è come una possibilità che non ha avuto seguito, l'umanità si è incamminata per altre vie, quella del linguaggio parlato e scritto.
Molto spesso, per riuscire a scoprire che siamo innamorati, forse anche per diventarlo, bisogna che arrivi il giorno della separazione.
Nell'umanità la regola che naturalmente comporta delle eccezioni, è che i duri sono dei deboli di cui gli altri non si sono curati, e che i forti, preoccupandosi poco che ci si curi o meno di loro, sono i soli ad avere quella dolcezza che il volgo scambia per debolezza.
Nella patologia nervosa, un medico che non dice troppe stupidaggini è un malato guarito a metà.
Nelle persone che amiamo c’é immanente in loro un certo sogno, che non sempre sappiamo discernere e che tuttavia sempre inseguiamo.
Nelle persone immorali, le indignazioni morali sono forti non meno che nelle altre; soltanto, cambiano un po' d'oggetto.
Nelle separazioni, è chi non è davvero innamorato che sa dire le cose più tenere.
Noi diciamo la morte per semplificare, ma ce ne sono quasi quante le persone.
Noi non riusciamo a cambiare le cose secondo il nostro desiderio, ma gradualmente il nostro desiderio cambia.
Non c'erano anormali quando l'omosessualità era la norma.
Non c'è idea che non porti in sé la sua possibile confutazione.
Non c'è vizio che non trovi appoggio compiacente nell’alta società.
Non sempre la misoginia è indizio di spirito critico e di intelligenza. Talvolta è solo frutto di omosessualità.
Non si riceve la saggezza, bisogna scoprirla da sè, dopo un tragitto che nessuno può fare per noi, nè può risparmiarci, perchè essa è una visuale sulle cose.
Non siamo giudici molto difficili né molto validi riguardo a quel che non ci sta a cuore.
Non smettere di cercare ciò che ami o finiresti per amare ciò che trovi.
Non vi è uomo, per quanto saggio, che non abbia in un certo momento della sua giovinezza detto cose, o vissuto in un modo la cui consapevolezza è così spiacevole per lui nella vita successiva che vorrebbe volentieri, se potesse, estirparla dalla sua memoria.
Ogni bacio chiama un altro bacio.
Ogni lettore, quando legge, legge sé stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che è offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in sé stesso.
Ogni sera, forse, mettendoci a dormire, accettiamo il rischio di vivere dolori che consideriamo come inesistenti e non avvenuti perché saranno sofferti nel corso di un sonno che crediamo senza coscienza.
Ognuno di noi rischia ogni sera di diventare il fatto di cronaca del giorno dopo.
Per quanto ci si creda tranquilli quando si ama, l'amore è sempre nel proprio cuore in equilibrio instabile.
Per rendere sopportabile la realtà siamo costretti a coltivare in noi qualche pazzia.
Per scrivere quel libro essenziale, l'unico libro vero, un grande scrittore non ha, nel senso comune della parola, da inventarlo, in quanto esiste già in ciascuno di noi, ma da tradurlo. Il dovere e il compito d'uno scrittore sono quelli d'un traduttore.
Per un'affezione che i medici guariscono coi loro farmaci, costoro ne provocano dieci in soggetti sani, inoculando quell'agente patogeno mille volte più virulento di qualunque altro microbo: l'idea di essere malati.
Più della psicologia stessa, la sofferenza la sa lunga in materia di psicologia.
Più tardi si vedono le cose in modo più pratico, pienamente conforme con il resto della società, ma l'adolescenza è il solo tempo in cui si sia imparato qualcosa.
Qualsiasi essere amato anzi, in una certa misura qualsiasi essere è per noi simile a Giano: se ci abbandona, ci presenta la faccia che ci attira; se lo sappiamo a nostra perpetua disposizione, la faccia che ci annoia.
Quando la lettura è per noi l'iniziatrice le cui magiche chiavi ci aprono al fondo di noi stessi quelle porte che noi non avremmo mai saputo aprire, allora la sua funzione nella nostra vita è salutare. Ma diventa pericolosa quando, invece di risvegliarci alla vita individuale dello spirito, la lettura tende a sostituirsi ad essa.
Quando si fa quel che si può, si fa quel che si deve.
Quando si legge, si ama sempre un poco versarsi fuori di sé, viaggiare.
Quante gioie possibili si sacrificano così all'impazienza di un piacere immediato.
Quell'agente patogeno, mille volte più virulento di tutti i microbi, l'idea di essere malati.
Quelli che si mettono in viaggio per vedere con i loro occhi una città desiderata e immaginano si possa godere, in una realtà, le delizie della fantasia.
Riceviamo dalla nostra famiglia così le idee di cui viviamo come la malattia di cui moriremo.
Sapere che non si ha più alcuna speranza non impedisce di continuare ad aspettare.
Sapere non permette sempre d'impedire, ma almeno le cose che sappiamo, le teniamo, se non nelle nostre mani, almeno nel nostro pensiero, dove ne disponiamo a piacimento: il che ci dà l'illusione quasi d'un potere su di esse.
Se l'abitudine è una seconda natura, ci impedisce di conoscere la prima, della quale non ha né la crudeltà, né gli incanti.
Se non ci fosse l'abitudine, la vita dovrebbe apparire deliziosa a esseri che vivono nella continua minaccia della morte, cioè a tutti gli uomini.
Se sognare un poco è pericoloso, la sua cura non è sognare meno ma sognare di più, sognare tutto il tempo.
Sembra che la natura sia in grado di darci solo malattie piuttosto brevi. La medicina ha inventato l'arte di prolungarle.
Si ama solo ciò che non si possiede del tutto.
Si diventa morali non appena si è infelici.
Si guarisce da una sofferenza solo a condizione di sperimentarla pienamente.
Si scoprono al telefono le inflessioni di una voce che non si distingue finché non è dissociata da un viso in cui si oggettiva la sua espressione.
Siamo tutti costretti, per rendere sopportabile la realtà, a coltivare in noi qualche piccola pazzia.
Spesso è la mancanza di immaginazione che impedisce a un uomo di soffrire troppo.
Teoricamente si sa che la terra gira, ma di fatto non ce ne accorgiamo; il suolo su cui si cammina sembra immobile, e viviamo tranquilli. É lo stesso per il tempo, nella vita.
Troviamo di tutto nella nostra memoria: è una specie di farmacia, di laboratorio chimico, dove si mettono le mani a caso, ora su una droga calmante, ora su un veleno pericoloso.
Tutte le cose più grandi che conosciamo ci sono venute dai nevrotici. Sono loro e solo loro che hanno fondato religioni e hanno creato magnifiche opere d'arte. Mai il mondo sarà conscio di quanto deve loro, e nemmeno di quanto essi abbiano sofferto per poter elargire i loro doni.
Tutte le decisioni definitive sono prese in uno stato d’animo che non è destinato a durare.
Un libro dove ci sono delle teorie é come un oggetto sul quale si lascia il cartellino del prezzo.
Un ricordo, un dolore, sono mobili. Ci sono giorni in cui fuggono così lontano che a stento li scorgiamo, e li crediamo andati via per sempre.
Un uomo che dorme tiene intorno a sé, in cerchio, il filo delle ore, gli ordini degli anni e dei mondi.
Un'idea con molto potere, ne trasmette un po' agli uomini che la contraddicono.
Una donna che amiamo raramente basta a tutti i nostri bisogni, e la inganniamo con una donna che non amiamo.
Una gran parte di quello che i medici sanno è insegnato loro dai malati.
Una persona diventa moralista prima che un altro diventi infelice.
Una persona non muore subito per noi, ma resta immersa in una specie di aura di vita che non ha nulla di una reale immortalità ma che fa sì che essa continui a occupare i nostri pensieri proprio come quando era viva. È come in viaggio.
Uno spirito originale sa subordinare la lettura alla propria attività personale. Per lei non è altro che la più nobile delle distrazioni, soprattutto la più feconda perché solo la lettura e il sapere forniscono lo spirito di "belle maniere".
Vi può essere bellezza tanto nelle cose umili quanto nelle più preziose.
Vivete esclusivamente con una donna, e non vedrete più nulla di ciò che ve l'ha fatta amare.
Viviamo di solito nell’abitudine, con il nostro essere ridotto al minimo. Le nostre facoltà restano addormentate, riposando sui guanciali dell’abitudine: essa sa quello che c’è da fare e non ha bisogno di loro.
È davvero raro che ci si lasci in buon accordo, perché se si fosse in buon accordo, non ci si lascerebbe.
È il nostro notarli che mette degli oggetti in una stanza, la nostra abitudine che li toglie di nuovo e libera spazio per noi.
È incredibile come la gelosia, che passa il suo tempo a fare piccole supposizioni nel falso, abbia poca immaginazione nello scoprire il vero.
È meglio sognare la propria vita che viverla, benché viverla sia ancora sognarla.
È nella malattia che ci rendiamo conto che non viviamo soli, ma incatenati a un essere d'un altro regno, dal quale ci separano degli abissi, che non ci conosce e dal quale è impossibile farci comprendere: il nostro corpo.
È più facile rinunciare ad un sentimento che perdere un’abitudine.
È più ragionevole sacrificare la propria vita alle donne piuttosto che ai francobolli, alle vecchie tabacchiere, perfino ai quadri e alle sculture. L'esempio delle altre collezioni dovrebbe però ammonirci a cambiare, a non avere una sola donna, ma molte.
È raro che una felicità venga esattamente a posarsi sul desiderio che l'ha reclamata.
È sempre in uno stato d'animo non destinato a durare che si prendono risoluzioni definitive.
È stato detto che la bellezza è una promessa di felicità. Inversamente, la possibilità del piacere può essere un principio di bellezza.